Di anno in anno la Terra si trasforma e cambiano i vari ecosistemi, in buona parte a causa delle attività dell’uomo. Cosa stanno facendo le aziende per limitare i danni sul nostro pianeta?
In questo articolo
- Il 79% delle aziende è preoccupato per l'impatto del cambiamento climatico sulla propria attività
- Il 64% delle aziende è già coinvolta in azioni a favore della sostenibilità ambientale
- Più di un’azienda su due crede genuinamente che sia un dovere prendersi cura dell’ambiente
- Il 77% delle PMI attive contro il cambiamento climatico ha introdotto obiettivi sostenibili come strategia aziendale.
- Le PMI si stanno adoperando per migliorare il pianeta, ma si può fare di più
Gli scienziati dicono che il pianeta si sta riscaldando sempre più velocemente; questo fenomeno è dovuto al fatto che le emissioni di gas serra che produciamo intrappolano il calore dei raggi del sole, i quali riscaldano il pianeta e causano il cosiddetto cambiamento climatico.
Complici di tutto questo siamo noi attraverso la produzione di energia, la produzione di beni e di alimenti, l’utilizzo di trasporti e tutte le attività che ogni giorno vengono eseguite per svolgere ciò che noi chiamiamo “routine” o “vita quotidiana”.
Fortunatamente sempre più persone ormai si rendono conto dei danni irreversibili a cui si sta andando incontro e per questo motivo sia i singoli cittadini che le varie aziende stanno adottando pratiche e soluzioni per cercare di salvaguardare il pianeta.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), tra gli obiettivi stabiliti per migliorare il pianeta entro il 2030 ha posto l’obiettivo di: “Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico”. Si stima che la terra non debba surriscaldarsi più di 1,5 gradi per evitare danni catastrofici e per fare ciò l’Europa si è imposta l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra almeno del 55% entro il 2030.
Nel mese di dicembre 2022 Capterra ha condotto una ricerca sul cambiamento climatico tra le aziende italiane per vedere qual è il livello di consapevolezza in merito all’argomento e per scoprire quali sono le misure già adottate o che verranno applicate per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.
Nella seconda parte dello studio parleremo invece è possibile scoprire quante aziende siano a conoscenza delle strategie ESG e quali vengono già applicate.
Per condurre l’indagine sono stati selezionati i CEO e/o dirigenti di 266 PMI italiane che lavorano in un ufficio fisico frequentato regolarmente dai dipendenti. La metodologia completa è visibile alla fine dell’articolo.
Il 79% delle aziende è preoccupato per l'impatto del cambiamento climatico sulla propria attività
Anche in Italia come nel resto del mondo il cambiamento climatico è un tema che preoccupa sempre di più, per questo Capterra ha condotto questa indagine ed è emerso che tra le aziende intervistate, il 56% ha dichiarato di essere in qualche modo preoccupata, mentre il 23% dichiara di essere estremamente preoccupata dell’impatto che ha sulla propria attività. Queste preoccupazioni non provengono solo dai livelli dirigenziali delle aziende, ma anche i dipendenti si dimostrano interessati al problema. Quando abbiamo chiesto ai leader delle PMI se i dipendenti delle loro aziende avessero condiviso le loro preoccupazioni sul cambiamento climatico, il 75% ha risposto di sì.
Sono molte le imprese che stanno già intraprendendo azioni e cambiando le strategie di lavoro per ridurre il loro impatto ambientale: tra le intervistate, infatti, il 64% di esse è già coinvolta e sta adottando determinate pratiche mentre il 28% è interessata a implementarle in futuro.
Tra le aziende che ancora non stanno svolgendo azioni a favore del cambiamento climatico ma vorrebbero svolgerle si trovano diverse motivazioni: il 30% dichiara che al momento non è una delle priorità per il proprio business, il 28% invece ancora non ha le risorse finanziarie necessarie per intraprendere dei piani adeguati nel breve periodo. Il 27% ha dichiarato invece che il problema principale è la mancanza d'informazioni sul tema e sulle possibilità che le PMI hanno per cambiare o aumentare le loro pratiche di lavoro.
5 consigli per aiutare le PMI a intraprendere azioni sostenibili:
- Coinvolgere i dipendenti e renderli partecipi delle strategie che si vogliono implementare.
- Individuare quali sono i temi più vicini al proprio settore e capire cosa si può sviluppare.
- Calcolare la propria impronta sull’ecosistema e verificare da cosa derivano.
- Dopo aver calcolato il livello delle proprie emissioni, esaminare come poter ridurre il proprio impatto ambientale.
- Sviluppare azioni a sostegno dell’ambiente che possano compensare l’inquinamento che viene prodotto dalla propria azienda.
Una minoranza, ovvero il 9% delle aziende intervistate dichiara invece di non essere interessato a svolgere azioni a favore dell’impatto ambientale.
La mancanza di interesse sembra generalmente legata alla scarsa consapevolezza dell'impatto che la loro attività ha sul cambiamento climatico, oltre che alla mancanza di risorse finanziarie. Se le PMI sono preoccupate dell'impatto finanziario conseguente all’adozione di misure di sostenibilità, è bene sapere che il governo italiano offre diversi programmi per aiutare le piccole e medie imprese: uno degli ultimi programmi è appunto “Investimenti sostenibili 4.0” il quale, a fronte di determinati requisiti, concede dei fondi per permettere alle PMI di poter favorire la crescita economica a livello sostenibile.
Anche le grandi aziende non profit, in partnership con grandi aziende, stanno contribuendo all’incremento della sostenibilità nelle realtà più piccole. Dato che le PMI rappresentano il maggior numero di aziende in Europa e sono responsabili del 70% dell’inquinamento industriale europeo, l’azienda Meta, insieme a Legambiente, Giovani Imprenditori Confcommercio e SME Climate Hub, ha portato in Italia il progetto Meta boost: guide to green (Contenuto disponibile in inglese). Questo programma consiste in un workshop e in risorse di formazione per aiutare le PMI a intraprendere azioni per il clima e a far crescere la loro attività in modo sostenibile.
Il 64% delle aziende è già coinvolta in azioni a favore della sostenibilità ambientale
Tra le aziende che invece implementano azioni a favore dell’ambiente, le pratiche più comuni sono quelle relative all’impiego di una minore quantità di energia per esempio l’utilizzo di lampadine a LED o il controllo degli impianti di riscaldamento o raffreddamento. Tra le altre pratiche vi è anche quella di ridurre la produzione di materiale che viene buttato durante i processi di creazione dei prodotti o riciclare i materiali utilizzati in ufficio e separarli in appositi contenitori.
A livello di gestione del lavoro molte aziende hanno cambiato il modo di affrontare le riunioni, si cerca di svolgere più meeting da casa così da ridurre i viaggi verso l’ufficio e se possibile evitare trasferte di lavoro che oltre a essere dispendiose apportano un maggiore inquinamento.
Insieme alla voglia da parte delle aziende di migliorare le loro pratiche a favore dell’ambiente, stanno nascendo nuove figure professionali: l’ESG manager (Environmental, Social e Governance manager) per esempio è la figura che affianca il direttore generale di un’impresa e contribuisce a definire le strategie dell’azienda in un’ottica di sostenibilità ambientale. Secondo il sondaggio condotto, il 31% delle aziende rispondenti dichiara di avere un dipartimento apposito in carica della sostenibilità aziendale con una persona che lavora solo per quello mentre il 12% dichiara di avere più di una persona dedicata solo a quella divisione.
Più di un’azienda su due crede genuinamente che sia un dovere prendersi cura dell’ambiente
Perché le aziende vogliono modificare le proprie pratiche di business a favore dell’ambiente? Quali sono le motivazioni che le spingono a cambiare le loro strategie?
Il 55% di coloro che stanno attuando cambiamenti per ridurre al minimo gli effetti del cambiamento climatico afferma di farlo perché crede genuinamente che sia un dovere prendersi cura dell'ambiente.
Il 33% vuole invece aumentare la propria brand reputation; infatti questo è un punto di forza fondamentale per acquisire clienti, dimostrare il proprio apporto all’ambiente e in che modo l’azienda cerca di rispettarlo e preservarlo.
Sempre abbastanza legato all’immagine aziendale, il 31% dichiara di voler soddisfare le aspettative dei collaboratori, dei fornitori e dei clienti. Solo il 11%, che comunque non è poco, dichiara di farlo perché sente la pressione dei media che ne parlano sempre più.
Dimostrare socialmente il proprio interesse e l’apporto che si dà all’ecosistema aumenta l’interesse dei consumatori, infatti come si evince da un sondaggio precedente, il 71% dei consumatori da’ sempre maggiore importanza alla sostenibilità aziendale.
Ciò che purtroppo accade molte volte è che le tante dichiarazioni che fanno le aziende a favore dell’ambiente, non vengono accompagnate da fatti concreti. Questa pratica, conosciuta come greenwashing, purtroppo viene eseguita dal 40% delle aziende europee secondo una analisi del sito web della Commissione europea.
È importante quindi dimostrare e promuovere l’impegno e le azioni che un’azienda svolge ma sempre dichiarando il vero, i risultati altrimenti sarebbero controproducenti perché, alla fine, se viene a mancare la fiducia da parte dei consumatori, vengono meno anche i profitti.
Il 77% delle PMI attive contro il cambiamento climatico ha introdotto obiettivi sostenibili come strategia aziendale.
Ideare e sviluppare nuovi obiettivi a livello lavorativo significa anche cambiare il proprio modello di business; il 77% delle PMI italiane che sta attuando progetti di miglioramento della sostenibilità ambientale ha introdotto questi risultati come parte ufficiale del piano delle strategie aziendali.
Nel momento in cui si sviluppa un modello di business, per verificare se si sono conseguiti gli obiettivi prestabiliti è fondamentale misurarli secondo diverse variabili.
Obiettivi SMART
Per avere successo nel proprio business, nel momento in cui si decide di pensare ad una nuova strategia, è fondamentale conoscere con chiarezza gli obiettivi che si intende raggiungere. Più preciso è un obiettivo, più questo sarà raggiungibile.
Gli obiettivi SMART aiutano a definire con precisione gli aspetti principali che deve possedere un obiettivo per essere considerato tale.
Un obiettivo SMART è un obiettivo:
- S = Specific (Specifico)
- M = Measurable (Misurabile)
- A = Achievable (Realizzabile)
- R = Relevant (Rilevante)
- T = Time-based (Definito nel tempo)
Nel momento in cui si devono scegliere degli obiettivi per aumentare la sostenibilità aziendale si deve pensare in che campo si sta operando; le aziende devono circoscrivere il proprio campo di azione, definire quali responsabilità hanno e come possono migliorare così da non sprecare risorse ed energie.
Tra i rispondenti che stanno svolgendo azioni contro il cambiamento climatico, il 65% dichiara che valuta la quantità di energia consumata per misurare il successo dei propri obiettivi a favore dell’ambiente. Il 62% valuta obiettivi in merito alla riduzione degli sprechi; il 51% presta attenzione a obiettivi di riciclaggio e il 50% misura la riduzione di CO2 che causa l’effetto serra.
Esistono diverse tipologie di software che aiutano le imprese a misurare e valutare gli obiettivi preposti a livello ambientale. Secondo l’indagine, il 57% delle aziende che stanno già svolgendo azioni a favore dell’ambiente dichiara di utilizzare dei software o tecnologie apposite che aiutano l’azienda a conseguire obiettivi ambientali come per esempio l’utilizzo di software per la sostenibilità o software per la gestione dell’energia.
Di fatto, i software più utilizzati dalle aziende sono:
- I software per la gestione delle risorse energetiche, utilizzati dal 62% delle PMI rispondenti, tracciano e monitorano l'utilizzo di energia come elettricità, gas, acqua e altre utenze. Possono aiutare le aziende a tenere sotto controllo il loro utilizzo e i costi associati, aiutando anche a identificare le aree in cui è possibile risparmiare o ridurre l'energia.
- I software per la gestione delle emissioni, utilizzati dal 52%, aiutano a prevedere le emissioni future, gestire le transazioni di mercato e garantire la conformità alle normative regionali, statali e internazionali. Permettono di fare valutazioni di mercato, piani di riduzione delle emissioni, calcolo automatico della CO2 e mantenimento dei livelli concessi.
- I software per la gestione dei rifiuti, utilizzati dal 43%, aiutano a gestire l’inventario, i dispositivi, la fatturazione e la sicurezza. Permettono di controllare la gestione dei rifiuti attraverso un sistema unico.
Le PMI si stanno adoperando per migliorare il pianeta, ma si può fare di più
Secondo quanto riportano le PMI intervistate, le misure adottate stanno effettivamente aiutando a diminuire la quantità d'inquinamento che provoca il cambiamento climatico. Resta il fatto che la strada da percorrere per rispettare gli obiettivi prefissi dall’Agenda 2030 è ancora molto lunga e si dovranno attuare molte altre azioni.
Difatti, il 66% delle aziende ha dichiarato che le azioni che stanno intraprendendo, portano in qualche modo a dei risultati, ma che si potrebbe fare di più. Il 31% dichiara invece che le azioni che stanno svolgendo sono estremamente soddisfacenti.
La strada da percorrere per limitare i danni che si stanno causando al Pianeta è ancora lunga, le persone sono però coscienti e consapevoli a cosa si sta andando incontro e si spera che gli obiettivi prefissati per il 2030 vengano raggiunti. Nel frattempo bisogna adoperarsi per migliorare i processi e le strategie che vengono ideate ogni giorno, per raggiungere risultati migliori e per ridurre l’impatto sull’ecosistema.
Metodologia:
Per raccogliere i dati di questo rapporto Capterra ha condotto un sondaggio online In Dicembre 2022. Tra i rispondenti totali, sono stati identificati 266 partecipanti con alte cariche dirigenziali. I criteri di selezione dei partecipanti sono:
- Deve avere un’aziende che va dai 2-10 a 101-250 dipendenti
- Deve avere un livello di responsabilità pari a CEO o manager esecutivo
- Devono avere un luogo di lavoro fisico in cui un numero significativo di dipendenti si rechi regolarmente
- Devono essere a conoscenza del modello di business
- L’azienda deve vendere prodotti o servizi
Il campione di partecipanti è rappresentativo delle PMI italiane.