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Comunicati stampa pubblicati quest'anno

Marketing

GenAI usata dalle aziende anche per i social media: secondo i marketer i contenuti AI performano meglio di quelli umani

Pensate di saper distinguere i contenuti creati da umani da quelli generati utilizzando l'intelligenza artificiale quando state facendo scrolling sui social media? Potrebbe sorprendervi scoprire che, nello studio "GenAI for Social Content 2024" di Capterra, 4 intervistati su 10 che si occupano di contenuti nel loro lavoro hanno affermato che almeno il 50% di ciò che viene pubblicato sui social media dalla propria azienda è creato da GenAI. L'utilizzo dell'AI generativa sui social media da parte delle aziende porta con sè significativi vantaggi (come una performance migliore dei contenuti), ma anche importanti sfide analizzate in questa indagine. Abbiamo anche intervistato Veronica Gentili, Social Media Expert, che ha commentato i risultati dello studio.

  • Il 78% degli intervistati italiani prevede che la propria azienda aumenterà le spese per strumenti di GenAI nei prossimi 18 mesi.
  • Per il 53% dei marketer i contenuti pubblicati sui social media prodotti dall'AI generativa hanno un rendimento migliore rispetto a quelli creati esclusivamente da esseri umani.
  • Chiedendo agli intervistati se la loro azienda indica che un contenuto è stato creato con AI quando pubblicano sui social media, il 35% ha risposto che lo indica “sì, sempre”, il 41% “sì, qualche volta”, e il 21% non lo indica.

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La nuova era cookieless: come si preparano i marketer italiani?

Dopo la decisione di Google di rimuovere i cookie di terze parti per gli utenti, i marketer italiani devo pensare a nuove strategie per ottenere dati dagli utenti che permettano di creare campagne mirate. Sono pronti per questa sfida?

  • Il 68% degli intervistati dichiara che i cookie di terze parti sono “molto utili” per la strategia di marketing della propria azienda.
  • Il 42% dei marketer vuole implementare contenuti protetti, garantendo l’acquisizione dei dati da parte degli utenti che di loro volontà rilasciano informazioni personali per poter fruire di determinati contenuti.
  • Per il 69% degli intervistati non ci saranno cambiamenti nelle spese di marketing.

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Project management

Produttività sul lavoro: sfide e opportunità della collaborazione internazionale

Lavorare con colleghi che si trovano dall'altra parte del mondo può essere una sfida, ma gli italiani preferiscono vedere il lato positivo: per l'89% le differenze culturali sono un'opportunità di apprendimento.

  • Il 56% dei lavoratori italiani intervistati nel nuovo sondaggio di Capterra afferma di collaborare con colleghi che vivono in un altro stato.
  • Il 57% degli intervistati ha dichiarato di lavorare in team con colleghi che hanno una lingua nativa diversa dalla propria.
  • Il 50% dei dipendenti che lavorano con un collega in un altro Paese almeno una volta al mese segnala la volatilità degli orari come una delle sfide principali per la collaborazione.

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Riunioni di lavoro: i dipendenti spiegano come dovrebbero essere per aumentare la produttività e ridurre le distrazioni

Dopo anni di alternanza tra lavoro remoto e ibrido, i dipendenti italiani si sono fatti un'idea di quali meeting possono essere tenuti online e quali invece è meglio svolgere in presenza e, più in generale, quali aspetti influenzano positivamente o negativamente la produttività delle riunioni.

  • Quando si deve parlare con il proprio manager si preferisce farlo in persona, come afferma il 60% dei rispondenti.
  • Secondo il 31% un discorso troppo lungo da parte di un solo interlocutore provoca distrazione.
  • Per il 15% le riunioni non sono svolte in orari ragionevoli.

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Risorse Umane

Smart working: i dipendenti non sono disposti a una riduzione dello stipendio

Da aprile 2024 lo smart working per legge non è più garantito e in Italia si torna a parlare di ritorno in ufficio. Ma qual è il punto di vista dei dipendenti? A cosa sarebbero disposti a rinunciare pure di lavorare da remoto? Cosa li motiverebbe a tornare a lavorare in ufficio?

  • Il 47% degli intervistati afferma di lavorare completamente sul posto di lavoro in loco, ma data una possibilità di scelta il 50% preferirebbe lavorare in modo ibrido
  • Oltre la metà non accetterebbe una riduzione dello stipendio per lavorare da remoto
  • Pasti gratuiti, lavoro flessibile e vantaggi per i pendolari sono tra i principali benefici che aumenterebbero la motivazione a lavorare in sede

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Ritorno in ufficio: il costo del lavoro aumenta e grava sui dipendenti

Il ritorno in ufficio suppone una serie di costi per i dipendenti, come per esempio le spese per spostamenti, per i pasti, per la custodia di figli e animali domestici. Fino a che punto dovrebbero essere i dipendenti a farsi carico delle spese legate al lavoro in modalità presenziale? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro.

  • Il 70% degli intervistati ha dichiarato che il proprio salario non si è adeguato per stare al passo con la quantità di denaro spesa per svolgere il proprio lavoro.
  • Se il datore di lavoro chiedesse di spendere una quantità di denaro irragionevole per recarsi al lavoro il 65% cercherebbe un altro lavoro, il 63% chiederebbe un aumento e il 12% rassegnerebbe le proprie dimissioni.
  • Rispetto ai costi che dovrebbero essere interamente coperti dall’azienda il 75% degli intervistati situa al primo posto il parcheggio, il 61% invece i pasti, il 53% i pedaggi e il 50% il trasporto pubblico.

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Retail + CX

Processo di acquisto online: i consumatori fanno luce su preferenze, abitudini e sfide nella ricerca di prodotti e servizi

Dalle piattaforme social preferite per la ricerca di prodotti e servizi alla sfiducia nelle recensioni degli influencer, passando per l'adozione di chatbot AI. Il processo di acquisto dei consumatori online è in continua evoluzione, e questo studio fornisce una fotografia del suo stato attuale in Italia, con comparazioni anche internazionali, indagando gli aspetti che più influenzano gli acquisti online, su quali canali avviene la scoperta di nuovi brand, e molti altri dettagli che permettono alle aziende di farsi un'idea di come ottimizzare i propri e-commerce e la comunicazione per raggiungere il pubblico target.

  • La piattaforma preferita dagli italiani per cercare prodotti o servizi online risulta essere Instagram, scelto da circa 7 su 10; il dato italiano è in linea con le preferenze globali, a eccezione del Canada dove Facebook si aggiudica il titolo di social network più usato per cercare prodotti o servizi online.
  • Per più di un consumatore italiano su due le recensioni sono uno dei maggiori fattori che influenzano l'acquisto di un prodotto o servizio online.
  • La stragrande maggioranza degli acquirenti online (83%) tende a fidarsi delle recensioni degli utenti sui social media. A confronto, le recensioni degli influencer sui social media sono invece ritenute affidabili solo dal 18%.

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