L’uguaglianza dei diritti in ambito lavorativo è un tema di cui si è sempre discusso e di cui si deve continuare a parlare per far sì che questi non vengano negati. In questo studio vedremo alcuni degli aspetti che caratterizzano il lavoro per un uomo e per una donna e analizzeremo le principali differenze.
In questo articolo
- Uomini e donne: dal primo colloquio alle condizioni di assunzione
- Il 41% delle aziende ha adottato delle misure di parità remunerativa, a detta dei lavoratori
- Promozioni sul lavoro: gli uomini sono generalmente più a loro agio nel chiederle
- Il 22% degli intervistati afferma di non avere donne in posizioni di leadership
- Troppo poche aziende organizzano eventi per promuovere la parità di genere sul lavoro
- La trasparenza e la fiducia sono necessarie per raggiungere la parità di genere sul posto di lavoro
Dal 2013 con la sentenza n.14206 è stato rafforzato il principio di uguaglianza dettato dalla legge che fa espresso divieto di trattare i lavoratori in maniera diversa in base al sesso. Nel 2021 è stato invece approvato definitivamente il Ddl per le pari opportunità tra uomo e donna sul lavoro. Questo disegno di legge, oltre a incentivare l’assunzione femminile, introduce una certificazione biennale obbligatoria alle aziende con almeno 50 dipendenti dove devono essere indicate in maniera trasparente le condizioni contrattuali degli impiegati. Le aziende devono quindi assicurarsi che i loro dipartimenti di risorse umane rispettino queste leggi e offrano pari opportunità a tutti gli individui.
Capterra ha voluto investigare le differenze tra donne e uomini sul posto di lavoro in Italia, comprendendo differenze di salario, differenze di ruoli e di trattamento della persona sotto vari punti di vista. Nella seconda parte dello studio verrà analizzata invece la conciliazione tra lavoro e famiglia. Per farlo è stato selezionato un campione di 996 persone e il sondaggio è stato distribuito in egual misura tra maschi e femmine che avessero dai 18 ai 65 anni e che fossero impiegati full time o part time. La metodologia completa è visibile alla fine dell’articolo.
Uomini e donne: dal primo colloquio alle condizioni di assunzione
Per verificare quali parità di genere sul posto di lavoro ci siano, abbiamo voluto porre le stesse domande a uomini e donne che lavorano in aziende di piccole e medie dimensioni. Volevamo scoprire come fosse stata l'esperienza della ricerca e dell'ottenimento di un posto di lavoro per entrambi i generi.
Desiderio di carriera vs famiglia
Prima ancora di iniziare a cercare un determinato lavoro, molte persone si chiedono se il desiderio di avere una famiglia e quello di fare carriera possano andare di pari passo.
Quando abbiamo chiesto alle donne che hanno partecipato al nostro sondaggio se pensavano che le donne di oggi fossero in difficoltà nel decidere tra famiglia e carriera, la maggioranza ha risposto di sì. Tuttavia, questo non corrisponde esattamente alle esperienze reali di tutte le intervistate. Il 30% delle persone che hanno partecipato allo studio hanno dichiarato che il volere una famiglia abbia influenzato lo sviluppo della propria carriera. È interessante notare però che la risposta è stata scelta in egual misura dagli uomini e dalle donne intervistate. Il 52% di tutti gli intervistati ha dichiarato invece che volere una famiglia non ha influenzato i loro obiettivi/decisioni professionali.
Colloqui sostenuti
Dopo aver analizzato i primi desideri e/o necessità, abbiamo chiesto alle persone intervistate, nel momento in cui dovevano cercare lavoro, quanti colloqui hanno dovuto sostenere per ottenere il ruolo che ricoprono attualmente. Il 28% dei rispondenti ha dichiarato di aver sostenuto un solo colloquio lavorativo, il 21% sostiene di aver svolto due colloqui, il 16% tre e il 22% quattro o più.
La scelta di eseguire uno o più colloqui di selezione varia da azienda ad azienda e dai risultati sembra che i processi siano stati piuttosto simili sia per le donne che per gli uomini. Nonostante questo però, il 34% delle donne intervistate pensa di aver provato maggiore discriminazione come donna sul lavoro durante il processo di recruiting.
Nel momento in cui un’azienda deve reclutare nuovi talenti può servirsi di diversi metodi per non cadere negli stereotipi o in pregiudizi che possono danneggiare entrambe le parti. Per evitare questi bias cognitivi esistono software per la selezione del personale che sfruttano l’intelligenza artificiale e permettono di filtrare i CV secondo le potenzialità e caratteristiche della persona inerenti alla posizione di lavoro più rilevanti.
In questo articolo precedente puoi trovare degli efficaci consigli per migliorare la strategia di reclutamento in ottica diversity e inclusion.
Tipo di contratto
Superato il momento della selezione, una delle prime domande che viene da porsi quando si parla di differenze di genere è probabilmente: “che tipo di contratto ha lui/lei?”
L’88% degli uomini intervistati dichiara di avere un contratto indeterminato a tempo pieno mentre le donne sono il 64%. La differenza si fa nettamente più elevata quando si tratta di un contratto indeterminato part-time; il 21% delle donne intervistate ha questo tipo di contratto, paragonato al 7% degli uomini intervistati.
Uguaglianza di paga
Subito dopo la tipologia di contratto la domanda sorge spontanea, esiste una parità di genere quando si tratta di stipendio? Il 66% dei rispondenti dichiara di credere che l’azienda per cui lavorano paghi in maniera equa entrambi i sessi.
Abbiamo inoltre chiesto di valutare il proprio livello di soddisfazione riguardo al loro salario attuale su una scala da 1 a 5 (1 è insoddisfatto e 5 è molto soddisfatto) ed è emerso che il 41% degli intervistati, equamente diviso tra maschi e femmine, ha valutato il proprio livello come pari a 3. Il 38% delle persone che non si ritiene pienamente soddisfatto afferma invece di non essere pagato abbastanza per il lavoro che fa, ma anche in questo caso il dato è stato riportato in egual misura da entrambi i sessi.
Anche in questo caso, quando si tratta di discriminazioni di genere sul luogo di lavoro, il 37% delle donne intervistate ritiene di aver subito maggiori pregiudizi in quanto donne nel momento in cui avrebbero dovuto ricevere un aumento di stipendio.
Il 41% delle aziende ha adottato delle misure di parità remunerativa, a detta dei lavoratori
Le aziende, indipendentemente dalla loro grandezza, dovrebbero adottare misure di parità retributiva come quelle citate precedentemente per poter tutelare tutti i dipendenti e essi dovrebbero sentirsi sempre protetti dall’azienda per cui lavorano. Il 41% degli intervistati afferma di lavorare in un’azienda che ha adottato delle misure di parità remunerativa come per esempio effettuare controlli sulla parità di retribuzione o adeguare i diversi salari. Il 31% dei rispondenti invece non lo sa; dovrebbe essere di alta importanza per le aziende essere chiari e trasparenti sui provvedimenti e le misure che implementano non solo con i clienti ma con i dipendenti stessi.
Uno dei fattori più importanti per la reputazione e la credibilità di un’azienda è la trasparenza che essa ha nei confronti del suo operato e dei suoi dipendenti. La trasparenza crea maggiore fiducia sia nei confronti dei consumatori che dei collaboratori stessi.
Abbiamo chiesto alle persone intervistate se secondo la loro opinione ci fosse completa trasparenza da parte dell’azienda rispetto a salario, posizione e avanzamento di carriera ed è emerso che:
- Il 64% è d'accordo sul fatto che la propria azienda mostri una totale trasparenza nella gestione delle retribuzioni.
- Il 66% pensa che nella propria azienda ci sia totale trasparenza sul livello di seniority.
- Il 51% è d’accordo sul fatto che ci sia completa trasparenza sugli avanzamenti di carriera.
Promozioni sul lavoro: gli uomini sono generalmente più a loro agio nel chiederle
Trovarsi in un ambiente di lavoro sano dove vi è la libertà di espressione e dove vengono riconosciuti i propri sforzi stimola a dare il meglio di sé. Celebrare i riconoscimenti dei colleghi e dei dipendenti aiuta ad aumentare l’autostima stessa della persona nello svolgere un determinato lavoro, la consapevolezza di possedere determinate skills e, inoltre, può aiutare le persone a sentire il proprio scopo e di averlo raggiunto.
Quando si parla di libertà di espressione ci si riferisce anche alla libertà di effettuare richieste come per esempio chiedere una promozione sul posto di lavoro. Abbiamo anche in questo caso chiesto agli intervistati se si sentissero a proprio agio ad avanzare richieste di questo tipo ed è emerso che sono le donne a sentirsi meno sicure. Il 48% delle donne intervistate afferma di non sentirsi a proprio agio nel chiedere una promozione a un manager, rispetto al 36% degli uomini.
Lo si vede anche nel numero di coloro che hanno ricevuto una promozione nel proprio lavoro attuale. Il 51% degli uomini intervistati ha dichiarato di aver ricevuto una promozione nel lavoro attuale, rispetto al 40% delle donne. Inoltre, il 33% degli uomini ha dichiarato di non aver mai chiesto né ricevuto una promozione nel rispettivo lavoro in confronto al 46% delle donne, a conferma del fatto che forse le donne si sentono meno a loro agio nel chiedere promozioni rispetto agli uomini.
Nonostante questi dati, lo studio mostra che il 66% delle donne ritiene che il proprio lavoro sia valorizzato, rispetto al 65% degli uomini. Dall’altra parte invece, il 35% di tutti gli intervistati ritiene che il proprio lavoro non sia valorizzato dall'azienda.
Il 22% degli intervistati afferma di non avere donne in posizioni di leadership
Dopo aver visto a livello emotivo come si sentono gli uomini e le donne all’interno della propria azienda, abbiamo voluto investigare su un piano più concreto come fosse tra di loro la composizione dei diversi team e chi ci fosse come leader.
Dai risultati si evince che il 38% dei rispondenti dichiara di lavorare in team composti maggiormente da uomini, il 32% afferma di lavorare in team composti con una ripartizione equa di uomini e donne mentre il 30% dichiara di lavorare in team composti maggiormente da donne.
Un altro tema delicato di grande importanza è la quantità di donne in posizioni di leadership e cariche elevate.
Abbiamo inoltre chiesto alle persone intervistate se ci fossero donne in posizioni di leadership nelle aziende per cui lavorano. Il 56% degli intervistati afferma di avere poche donne in cariche dirigenziali all’interno della propria azienda. Il 19% afferma di avere molte donne in cariche dirigenziali all’interno dell’azienda mentre il 22% dichiara di avere solo uomini. A livello percettivo, il 52% delle donne intervistate pensa che le donne siano sotto rappresentate nei ruoli di leadership nell’ambiente lavorativo.
Avere team con persone diverse tra loro, specialmente in cariche di leadership, stimola la creazione di nuovi progetti e aumenta la possibilità di arrivare a nuove idee. Una forza lavoro diversificata e inclusiva porta a risultati migliori.
Troppo poche aziende organizzano eventi per promuovere la parità di genere sul lavoro
L’uguaglianza di genere e l’aumento del potere femminile dovrebbe essere un qualcosa che tutti sostengono, non solo le donne stesse. Le aziende per contribuire e sostenere queste cause possono implementare dei corsi di formazione e di sensibilizzazione così da raggiungere anche quelle persone che magari credono di non essere coinvolte.
Per creare coinvolgimento tra i dipendenti le aziende possono creare workshop o dei corsi di formazione.
Le piattaforme per la formazione online automatizzano le attività educative per i dipendenti. È possibile personalizzarli in base all’esigenza specifica, registrare dei corsi e far svolgere dei test, monitorare le certificazioni e gestire le conferenze.
Abbiamo chiesto alle donne che hanno partecipato al nostro studio se le aziende per cui lavorano organizzano eventi o programmi per promuovere l’uguaglianza di genere e purtroppo solo il 20% ha dichiarato di sì, contro il 65% che dichiara di no e il 15% non ne è sicura.
Abbiamo chiesto anche se esistessero dei gruppi di risorse per i dipendenti (ERG, dall’ingese Employee Resource Group) incentrati sulle donne che lavorano o su temi quali l’inclusione e anche qui ad affermarne l’esistenza sono state solo il 20% delle intervistate.
La trasparenza e la fiducia sono necessarie per raggiungere la parità di genere sul posto di lavoro
Per far sì che le disuguaglianze di genere diventino sempre meno è necessario uno sforzo da parte di tutte le persone, uomini e donne che siano.
Dallo studio si può evincere che anche le piccole e medie imprese si stanno muovendo per abbattere queste barriere e che in diversi casi la differenza è minima, seppur ci sia quasi sempre.
Per poter creare un ambiente di lavoro che dia pari opportunità è fondamentale la trasparenza da parte dell’azienda e dei colleghi stessi. C’è bisogno sicuramente di più sensibilizzazione e di conoscenza sul tema, è importante creare ambienti dove tutte le persone coinvolte e non siano informate e che da parte delle aziende ci sia più trasparenza possibile.
Metodologia
Per raccogliere i dati di questo studio Capterra ha condotto un sondaggio in Gennaio 2023. Per farlo è stato selezionato un campione di 996 persone e il sondaggio è stato distribuito in egual misura tra maschi e femmine. Dovuto al censimento della popolazione italiana, nello specifico sono stati intervistati 513 uomini e 483 donne. I criteri di selezione dei partecipanti sono:
- Età compresa tra i 18 e i 65 anni
- Impiegati full time o part time
Il campione è rappresentativo della popolazione italiana.